lunedì 4 luglio 2011

Abbandono

Non mi è nuova
questa solitudine,
giù nel fiume
di pensieri forti
ora falsi ora reali
e il cuore teme
che sia per sempre:
si rivela ancora
questa inquietudine,
demone senza radice
è una spina letale
scura, piena di male
che nel buio mi prese
e meco barcollava.
Tanto datomi amore
mai potei vedere:
stolta e amara tristezza
a quest’animo estranea
fuggi al tuo creatore,
quest’umile alloggio
non t’è degno, fuggi!
E vidi non invano
baci e carezze e abbracci
e mille parole d’amore,
il vento soffice in notti
mai volute mortali,
mai così quiete,
mai così tempestose
e chiusi gli occhi
non vidi futuro
né passato ancora
ma anime presenti,
cortigiane del tempo
che il respiro sereno
dona e toglie a piacimento.
E giungente il tramonto
lascio la vista,
spengo l’udito,
assopisco la lingua
ed è abbandono:
pregate per me
che lento attonito
colga anche solo
un dolce sogno,
sia per me vita
anche in quel mondo
ove v’ho creati
in attimi che furono
ardente desiderio.

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